Tra Alti sulle zampe e rvrrn, uomini e cinghiali, tra pallidi fantasmi e i rosei visi paciosi dei paesani di Corsignano, tra intrecci cinematografici, sogni, vociare colorito e profondi pensieri silenziosi, Giordano Meacci ci dà il benvenuto nel suo Il cinghiale che uccise Liberty Valance.
Corsignano, un ridente non luogo paesano collocato tra Toscana e Umbria, si schiude agli occhi del lettore in un incanto. Tutto scorre regolare nella vita del paese al limitare del bosco, tra gente che lavora, donne che tradiscono i propri mariti e uomini poco savi che perdono una fortuna a carte.
Finché, un giorno, tra la comunità di cinghiali che scorrazza nei boschi circostanti Corsignano, accade un fatto misterioso: un lampo abbacinante colpisce sul muso uno dei cinghiali, che improvvisamente si ritrova dotato di pensiero, quello che caratterizza gli esseri umani, che trascina con sè paure e turbamenti ma anche splendore e meraviglia, consapevolezza dei sentimenti che, purtroppo, restano inespressi o incompresi.
L’amore, per esempio: «Se si potesse dire amore in cinghialese: se si potesse dire amore in qualsiasi lingua». Non è forse vero?
Troppo umano per essere del tutto compreso dagli altri cinghiali, troppo bestiale per non fare paura agli umani, «il cinghiale che uccise Liberty Valance» si ritrova solo in una terra di mezzo, diverso dagli altri cinghiali e non abbastanza simile agli Alti sulle zampe, ma dotato della sensibilità sottile di leggere nei cuori degli uomini. Così, il cinghiale può accedere ai segreti di Corsignano. E noi, con lui.
Giordano Meacci ha scritto una storia che racconta il mistero eterno dei sentimenti attraverso lo sguardo degli animali, trattati come uomini, e lo sguardo degli uomini visti come una specie animale tra le molte sulla terra.
Buona lettura!
Giordano Meacci, Il cinghiale che uccise Liberty Valance, Minimum fax, € 16.00
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